Il boom demografico mondiale, il consumo alimentare sfrenato, lo sviluppo costante di nuove tecnologie e la ricerca del comfort a tutti i costi spingono l’umanità ad esigere sempre di più dal nostro pianeta. Non a caso, mentre Expo 2015 ha sensibilizzato l’opinione pubblica sulla tematica del cibo sostenibile, la prossima edizione Astana 2017 sarà interamente dedicata alla scoperta della future energy.
Il gas, il carbone ed il petrolio non sono più sufficienti a soddisfare i nostri bisogni e stanno provocando danni irreparabili all’ambiente. Partendo da questo semplice assunto, abbiamo deciso di contattare un esperto del settore, il dott. Gabriele Cantamessa di Rinnovali.biz, il quale ci illuminerà al riguardo delle possibili soluzioni per fronteggiare il crescente bisogno di energia in maniera totalmente eco-friendly.
Il dott. Cantamessa ha iniziato ad occuparsi di efficienza energetica nel 2009, studiando la tecnologia più elementare, ovvero il fotovoltaico. Con il passare del tempo, egli ha raggiunto altissime competenze negli ambiti dell’energia solare, delle pompe di calore, del LED, del minieolico e, da ultimo, dell’efficienza energetica. In qualità di Esperto in Gestione dell’Energia certificato ai sensi della norma UNI 11339, il dott. Cantamessa ha effettuato numerose diagnosi energetiche ed interventi di riqualificazione.
Il mercato nazionale delle energie rinnovabili
Secondo le parole dell’esperto per comprendere l’impatto dell’energia rinnovabile sul mercato italiano è importante conoscere i numeri pubblicati dal GME, il Gestore del Mercato Energetico. Grazie a questi dati si può constatare che nel 2014 in Italia il 17% dell’energia è stata importata da altri paesi e la quantità prodotta da fonti rinnovabili rispetto al totale ammontava al 42%. Tuttavia, è necessario precisare alcuni aspetti: al momento la domanda è in contrazione a causa dei contraccolpi della recessione economica, l’importazione sta aumentando in maniera costante e il mercato del fotovoltaico ha toccato già il suo apice negli anni 2009-2012. Ad oggi la produzione di energie rinnovabili è comunque notevole, nonostante la crisi stia ponendo un freno alle aspettative dei governi nazionali e dell’Unione Europea.
È pensiero comune che l’Italia sia rimasta molto indietro in materia di energie rinnovabili rispetto agli altri paesi europei. Ciononostante, Cantamessa ribadisce che il nostro paese sta conoscendo una fioritura del settore, specialmente grazie al lancio del fotovoltaico già a partire dagli anni 2005-2007. Ovviamente la strada da percorrere è ancora molto lunga: le maggiori problematiche derivano dal fatto che, in oltre 10 anni, le politiche energetiche siano state pianificate solo nel breve e brevissimo termine. Ad esempio, in Italia sono stati approvati diversi provvedimenti, come quelli relativi al fotovoltaico nel 2005, i certificati verdi nel 2008, il decreto FER rinnovato nel 2015 e le detrazioni fiscali per l’anno 2014. Si tratta di decisioni giuste, ma poco lungimiranti: il programma inglese FiT, per esempio, ha visibilità 2030 ed è stato lanciato nel 2010; la bozza del decreto FER, invece, ha visibilità 2016. La mancanza di strategie decennali ostacola perciò le potenzialità del settore.
Il ruolo dell’energia fotovoltaica in Italia
La percentuale a consuntivo del fotovoltaico per l’anno 2014 è stata dell’11%. In genere il fotovoltaico produce nelle fasce orarie in cui è più richiesto dall’industria, quindi in futuro esso potrebbe avere un impatto distributivo ancor più incisivo.
Oggi il mercato italiano fornisce principalmente pannelli solari di tipo fotovoltaico e termico. Il dott. Cantamessa prova a spiegarci in poche parole la differenza tra questi due prodotti: il pannello solare termico produce acqua calda, destinata ad usi sanitari o come integrazione al riscaldamento; il pannello solare fotovoltaico, invece, produce energia elettrica. A volte il pannello solare fotovoltaico viene confuso con il pannello solare a circolazione naturale, dotato di apposito boiler.
Inoltre, esistono altri tipi di pannelli a circolazione forzata, sui quali il boiler è collocato in prossimità della caldaia; altri, invece, dispongono di forme integrate alla copertura, dal design esteticamente impeccabile.
Grazie al fotovoltaico il costo dell’energia ha addirittura raggiunto una contrattazione pari a 0€/MWh in un giorno del mese di luglio 2014. Ancora oggi, alcuni accusano in maniera paradossale il fotovoltaico di causare l’aumento delle bollette.
Pur avendo il fotovoltaico conseguito un buon successo – nel 2011 l’Italia ha prodotto 6.9GW contro i 5.9GW della Germania, i 2.7GW degli Stati Uniti e gli 1.7GW della Cina – la mancanza di politiche energetiche di ampio respiro ha ridimensionato il ruolo di potenza fotovoltaica dell’Italia.
Gli impianti ad uso domestico
Al di là dei possibili vantaggi per il comparto industriale, anche l’impiego del fotovoltaico nelle grandi città risulta piuttosto difficoltoso. Nonostante siano stati realizzati diversi impianti condominali, la mentalità italiana e gli ostacoli tecnici e burocratici non incoraggiano la diffusione del fotovoltaico.
Questa tecnologia, inoltre, ha la peculiarità di produrre energia di giorno mentre i consumi avvengono al 70% di sera. Di conseguenza, la disconnessione dalla rete elettrica è estremamente costosa e richiede l’installazione di sistemi di accumulo ed inverter. Sarà necessario attendere che i costi di accumulo vengano ridotti, limitando per il momento l’efficienza dell’impianto al solo consumo reale in fascia giornaliera.
L’impianto fotovoltaico, secondo i tecnici, va “dimensionato in energia e non in potenza”. Solitamente si raccomanda a chi vuole installare un impianto domestico di moltiplicare il consumo stimato annuo indicato in bolletta per la quota di fascia F1 e dividerlo per 1000. Il risultato va poi sovrastimato del 20-50%. Ad esempio, una famiglia di 3-5 persone consuma 3000kWh all’anno e la loro fascia F1 è del 30%. Si deduce che 3000×30% diviso 1000 = 0.9 kW: la sovrastima può arrivare così a circa 1.5-2kW. In questo caso il costo d’installazione potrebbe aggirarsi attorno ai 5.000€ e la spesa potrebbe essere ammortizzata in 8-9 anni grazie alle detrazioni fiscali del 50%, al risparmio energetico conseguito ed alla vendita della produzione in eccesso.
Se, invece, una famiglia consuma di più (12000kWh annui, fascia F1 del 40%) e l’abitazione è scaldata tramite pompa di calore, la sovrastima si avvicinerà ai 5-5.5kW, con un costo d’installazione approssimativo di 10.000 € ammortizzabile in 8-9 anni ed un cospicuo risparmio nelle spese relative al riscaldamento dell’immobile.
Le detrazioni fiscali e la manutenzione degli impianti
Le detrazioni fiscali sono un provvedimento volto a promuovere l’utilizzo di fonti d’energia rinnovabili. In fase di realizzazione dei lavori, per ogni stato di avanzamento si emette una fattura pagata tramite bonifico bancario con causale apposita. La somma dei bonifici va poi comunicata al commercialista o al CAF una volta l’anno, in modo da poter essere detratta al 50% nel caso di lavori ascrivibili alla ristrutturazione (come nel caso del fotovoltaico) oppure del 65% per misure atte a conseguire il risparmio energetico (come i pannelli solari termici). L’importo va solitamente suddiviso in 10 annualità. Ad esempio, se si realizza un lavoro del valore di 8.000€ per installare un impianto fotovoltaico, il contribuente ha diritto a non pagare 4.000€ di tasse in 10 anni, 400€ ogni anno.
La manutenzione degli impianti fotovoltaici è piuttosto semplice ed è operata da un buon elettricista con controlli di routine (fusibili, scaricatori, verifica del fissaggio dei moduli) e costi contenuti. È importante controllare continuamente lo stato della produzione, possibilmente su base giornaliera se l’inverter è posizionato in un posto accessibile. L’operazione di pulizia risulta poco utile, invece, se l’impianto è collocato in prossimità di zone ricche di polveri e vicine a cave ed inceneritori.
I vantaggi e gli svantaggi
Infine, abbiamo chiesto al dott. Cantamessa di elencare i principali vantaggi e svantaggi legati alla scelta di installare un impianto fotovoltaico. Cantamessa ha sottolineato i costi d’installazione ancora piuttosto elevati (anche se in continua diminuzione), la scarsa qualità estetica di alcuni impianti e l’impossibilità di conoscere le spese reali di smaltimento e riciclo a fine vita. Tuttavia, i vantaggi sono numerosi ed ampiamente dimostrati: il costo della produzione energetica è costante ed invariato nel tempo, si consegue un notevole risparmio monetario su base annua, si ha possibilità di ottenere un guadagno ecosostenibile tramite la vendita dell’energia in eccesso e si rispetta l’ambiente al 100%, contribuendo attivamente alla lotta contro lo spreco delle risorse.
Fonte: ProntoPro.it