Le stufe a pellet rappresentano una soluzione ecologica ed economica per riscaldare un ambiente interno. Il calore generato è pulito e poco costoso, perché si utilizza come combustile un ricavato dagli scarti della lavorazione del legno vergine poi legati tra loro mediante la lignina (pesante e complesso polimero organico costituito principalmente da composti fenolici).
Come funziona la stufa a pellet
Le stufe a pellet sono state concepite per la prima volta negli Stati Uniti con l’intento di ottenere un prodotto ad alto tasso innovativo.
Volendo descrivere la stufa, possiamo indicare i seguenti componenti:
- serbatoio per il pellet;
- coclea (nota anche come “vita di Archimede” il cui scopo è quello di alzare un liquido o un materiale granulare);
- scompartimento per l’aria di combustione;
- convettore (apparecchio di riscaldamento che trasmette calore per convezione);
- scambiatore di calore;
- estrattore di gas;
- focolare di combustione;
- raccogli-cenere;
- sportello;
- tagliafiamma;
- resistenza per l’accensione automatica.
Una stufa a pellet può funzionare in due modi: ad aria o idro. Questa differenza riguarda sostanzialmente la fase finale del processo. Come qualsiasi stufa a legna, questa stufa funziona allo stesso modo. Il calore generato dalla combustione del pellet viene diffuso nell’ambiente mediante ventole o tubi di scambio (la differenza dipende dal fatto se la stufa è ad aria o idro).
Vantaggi
Il vantaggio di una stufa a pellet, come già anticipato, riguarda l’impatto economico ed ecologico. Utilizzando materiali di scarto la stufa non presenterà costi significativi per l’acquisto del nuovo combustibile.
I costi e l’impatto ecologico sono contenuti, il rendimento termico è molto elevato e le emissioni di gas inquinante sono ridotte. Il pellet, inoltre, vanta una certificazione di qualità essendo privo di sostanze inquinanti aggiunte o di collanti.
Un altro vantaggio riguarda la praticità della stufa a pellet rispetto ad un camino tradizionale. Dovendo costruire un camino, è necessario non solo occupare gran parte dello spazio per la sua installazione, ma sono richieste molteplici autorizzazioni che riguardano in particolare la messa in sicurezza della struttura. Non che la stufa a pellet non necessiti di autorizzazioni e precauzioni, ma non presenta le stesse difficoltà. Questo argomento verrà affrontato in seguito con un approfondimento nella sezione specifica di questo articolo.
Altro vantaggio che riguarda le stufe a pellet è la varietà nella scelta estetica di arredamento.
Le stufe a pellet, mediante la coclea, sono dotate di un sistema di rifornimento pellet automatizzato. Questo fa sì che il combustibile venga automaticamente raccolto dalla tramoggia e portato nel bruciatore. In particolare, si può regolare la frequenza di prelievo. Essendo quindi un’azione del tutto automatizzata, questo rappresenta un punto a favore dal lato della sicurezza.
Avendo a che fare con un sistema automatizzato, è possibile anche impostare l’orario di accensione e dello spegnimento. Alcuni modelli permettono di farlo anche da remoto attraverso un’applicazione dedicata.
Volendo parlare di efficienza il pellet è meno ricco di umidità rispetto al legno, quindi si accende prima e produce più calore.
Il pellet produce molta meno polvere, consumandosi del tutto, e questo eviterà di trovare braci ancora accese durante la pulizia.
Svantaggi
Come logico che sia non esistono mai solo vantaggi, per cui analizziamo quelli che sono gli aspetti negativi della stufa a pellet.
Com’è possibile immaginare, la stufa a pellet per funzionare necessita di corrente elettrica. Per cui, se dovesse esserci un guasto al contatore o se in generale dovesse saltare la corrente, non sarà possibile utilizzare la stufa. Questa problematica, ovviamente, non si presenta nel caso dei camini e per questo alcune persone continuano a preferirli, oltre che per una scelta estetica. Per cui bisogna tenere in conto che le stufe a pellet avranno dei costi anche dal punto di vista elettrico.
La stufa a pellet richiede una pulizia frequente, a causa del serbatoio ceneri meno capiente rispetto a quello delle stufe a legna.
Facendo riferimento ad un prodotto che presenta molte componenti elettriche, è possibile che con il tempo ci si trovi nella situazione di dovere andare a sostituire dei pezzi e quindi ci saranno da sostenere dei costi di manutenzione e riparazione.
Altra differenza è riscontrabile nei costi: mentre le stufe a pellet possono costare variabilmente tra i 600 euro e i 4.000 euro, le stufe a legno hanno un prezzo nettamente più basso che varia tra i 250 euro e 2.500 euro.
Il pellet produce più calore e brucia meglio e presenta un costo di circa 0,23€/kg, contro i circa 0,12€/kg (o addirittura gratuito per chi ne ha autorizzazione e possibilità) del legno.
Permessi e autorizzazioni
L’installazione di una stufa a pellet non è particolarmente complessa, ma è importante che la procedura avvenga rispettando le normative di sicurezza previste. Per tale motivo, onde evitare inutili rischi, l’installazione deve essere effettuata da un tecnico professionista.
Per l’installazione di una stufa a pellet si segue la norma UNI 10683 del 2012. Tra le specifiche di questa norma, si fa nota di alcune in particolare:
- la normativa non permette l’installazione in ambienti di dimensioni inferiori ai 6 metri quadri;
- è vietata l’installazione in garage, box, autorimesse e in tutti i locali in cui c’è la possibilità di provocare un incendio;
- è vietata l’installazione in bagni, monolocali e camere da letto a meno che la stufa da installare non sia con apparecchio stagno (specificato esplicitamente dal produttore) o con un sistema che prelevi l’aria comburente dall’esterno.
Particolare attenzione richiedono l’arredamento e la pavimentazione. Nel primo caso bisogna rispettare delle distanze minime previste dalla normativa. Nel caso della pavimentazione, qualora fosse fatta di un materiale infiammabile, è opportuno e necessario utilizzare delle piastrelle di pietra, marmo, lamiera ecc. come metodo di separazione dal pavimento e, quindi, per mettere l’ambente in sicurezza.
È obbligatorio avere la canna fumaria o camino?
Con la normativa attualmente vigente è obbligatorio avere lo scarico dei fumi e gas sul tetto, quindi tutte le installazioni con scarichi in facciata non sono a norma.
Si chiarisce che i fumi devono provenire da un solo apparecchio, quindi non è possibile costruire una canna fumaria collettiva.
Nel caso sia impossibile installare una canna fumaria, esistono modelli di stufe che non necessitano di installazione. Questi modelli si chiamano stufe a pellet a scarico forzato, a parete (rispettando le normative vigenti in materia di scarico fumi UNI 10683 del 2012).
È importante specificare che seppure non sia prevista la canna fumaria, questa tipologia di stufa a pellet con scarico forzato produce comunque fumi. Tuttavia è prevista l’installazione di solamente un tubo di 8 cm con fungo terminale che sporge dal muro. Questi fumi devono comunque essere evacuati.
Raccomandazioni importanti
Come già anticipato, per le stufe a pellet sono richiesti diversi criteri sulla sicurezza. Per tale ragione l’installazione delle stufe a pellet deve essere effettuata da tecnici professionisti, evitando di creare danni al singolo appartamento di installazione e in generale all’intero edificio.
Una raccomandazione importante riguarda anche il primo utilizzo e, quindi, la prima accensione. Dovendosi accertare che l’installazione sia avvenuta correttamente, questo passaggio fondamentale per il completamento della messa in sicurezza deve e può essere fatto esclusivamente da un tecnico professionista.
Agevolazioni fiscali
Negli ultimi anni sono stati finanziati dei contributi di detrazione per l’acquisto di stufe a pellet o di stufe a legna. Queste consistono in detrazioni Irpef del 50% o del 65% oppure in un contributo diretto in caso di sostituzione (Conto Termico).
La detrazione del 50% fa riferimento al “Bonus Casa” o “Bonus Ristrutturazione” e si applica per l’acquisto di stufe con rendimento minimo non inferiore al 70%. Per ottenere tale detrazione è necessario avere con la fattura dell’acquisto anche la documentazione e la certificazione che attesta il rendimento minimo stabilito della stufa.
La detrazione fiscale del 65% si applica nel caso di una riqualificazione energetica completa dell’edificio.
Nel caso si voglia procedere alla sostituzione di un apparecchio termico per il riscaldamento obsoleto e poco performante è possibile fare riferimento al Conto Termico, che rappresenta un contributo presentabile per le stufe con costo fino a 2.300 euro e che viene erogato dopo due mesi circa dall’approvazione della domanda. Tale richiesta può essere effettuata online presso il sito del GSE, nel tempo limite di 60 giorni dalla data di conclusione dell’intervento. Come documentazione va presentata anche la certificazione di smaltimento dell’apparecchio sostituito. Seppure i requisiti previsti dal Conto Termico siano particolarmente restrittivi, se guardiamo l’aspetto del rendimento e dell’emissione, si può evidenziare che ad oggi molte delle stufe a pellet o legna rispettano questi criteri.
Conclusioni finali
Le stufe a pellet sono pratiche, considerata la possibilità di programmare un’accensione o uno spegnimento oppure semplicemente per non dover ricaricare manualmente il combustibile, che viene rinnovato mediante un meccanismo ingegneristico che utilizza la coclea.
A differenza del legno, per il pellet non è necessario fare il carico di legno in autunno, essendo possibile comprare direttamente il pellet in sacchi quando necessario, risparmiando sia tempo che spazio.
Per l’installazione abbiamo già specificato che il fai da te è altamente sconsigliato e quindi è opportuno fare riferimento ad un tecnico specializzato per evitare perdite di tempo e rischi inutili.
Per qualsiasi informazione sulla norma vigente per l’installazione delle stufe a pellet è opportuno fare riferimento alla seguente normativa del 2012: UNI 10683.
Le stufe a pellet fanno parte della categorie di elettrodomestici dedite al risparmio energetico e a basso impatto ambientale. Per approfondimenti sull’argomento energia a basso costo, sono disponibili per la lettura gli articoli: Solare termico: pannelli per produrre acqua calda , Le fonti di energia rinnovabile per risparmiare sulla bolletta di casa e Solare fotovoltaico: pannelli fotovoltaici per produrre energia elettrica