Rifiuti, ecco quelli più inquinanti

Uno dei problemi più gravi per il pianeta degli ultimi decenni è rappresentato dalla enorme produzione di rifiuti di vario genere e dal loro difficile smaltimento. Nonostante le iniziative per cercare di realizzare una raccolta differenziata maggiormente accurata, utilizzare prodotti biodegradabili e tentare di riciclare diversi tipi di materiali, il problema inquinamento continua a destare preoccupazione.

Nel nostro Paese poi, non solo si deve combattere contro i rifiuti tradizionali, ma anche fare attenzione allo smaltimento dell’amianto a Roma e in altre località, dove questa pericolosa sostanza è ancora presente in alcune strutture. Fortunatamente esistono società, come Nova Ecologica, che forniscono un valido aiuto nel trattare ed eliminare questo genere di materiale. Ma quali sono considerati quelli più pericolosi per la salute umana o i rifiuti più inquinanti per il pianeta? Cerchiamo di approfondire l’argomento.

I prodotti di scarto maggiormente pericolosi

In questa categoria possono rientrare, ad esempio, tutti quei materiali che sono considerati di scarto di alcune lavorazioni industriali, come quelli derivanti dalla raffinazione del petrolio o da processi chimici. Anche gli scarti dell’attività ospedaliera o veterinaria possono essere nocivi per la salute umana, se non correttamente trattati ed eliminati, o ancora i rifiuti di natura agrochimica.

A livello quotidiano, ciascuna persona, magari facendo poca attenzione, tende a maneggiare rifiuti che sono considerati potenzialmente pericolosi. Basti pensare alle comuni batterie delle auto o agli olii esausti o, ancora, alle batterie al litio per telecomandi o per altri tipi di apparecchi elettronici. Infine, anche il toner esaurito della stampante può essere nocivo e deve essere maneggiato e trattato con cautela.

Rifiuti maggiormente inquinanti per il pianeta

A questi prodotti di scarto che abbiamo visto essere pericolosi, se ne aggiungono altri che tendono anche a presentare il problema della difficoltà di smaltimento od eliminazione. Di conseguenza, invadono il nostro pianeta e gli ambienti in cui viviamo. Un esempio molto noto è quello della plastica sotto varie forme, come quella in busta per la spesa o in bottiglie per le bevande. La plastica non biodegradabile può impiegare da 100 a 1.000 anni per essere smaltita ed eliminata in maniera naturale.

Altro elemento inquinante e di difficile biodegradabilità è il comune mozzicone di sigaretta, spesso lasciato sulle spiagge in estate o per terra in diversi luoghi. Il tempo impiegato per la sua eliminazione in modo naturale varia dai 6-12 mesi se non presenta il filtro ai 5-12 anni col filtro. Altamente inquinanti, anche a causa delle loro polveri, sono anche gli pneumatici delle auto, alcune volte lasciati in stradine secondarie o di campagna. Il tempo necessario alla loro distruzione è di ben 100 anni.

Come si può notare, sono tanti i rifiuti generati dall’uomo quotidianamente, ma se ciascuno facesse una maggiore attenzione all’uso di prodotti biodegradabili o ad un loro più accorto smaltimento, si limiterebbe l’inquinamento realizzato nel proprio ambiente di vita.     

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