A fare parte della nostra quotidianità, è la produzione attiva e a volte indiscriminata dei rifiuti. Questi sono materiali di scarto o veri e propri avanzi di differenti attività umane. Esemplari nella definizione dei rifiuti sono i solidi urbani, le acque reflue, i rifiuti radioattivi e il deflusso superficiale della pioggia all’interno del meccanismo in idrologia. Esiste una specifica identità del rifiuto, che è stata attribuita dalle Nazioni Unite per l’ambiente. Nello specifico, la convenzione di Basilea del 1989, ha definito i rifiuti come sostanze o oggetti capaci di essere smaltiti o destinati allo smaltimento sulla base di disposizioni da parte della legislazione nazionale. Ma cosa dice l’Unione europea al riguardo?
Il punto di vista dell’Unione Europea: i rifiuti solidi urbani
Grazie ad un’importante direttiva stilata nel 2008, l’Unione europea ha dichiarato che i rifiuti non sono dei “sottoprodotti”, perché sono oggetti originati da un processo attivo di produzione di cui comprende parte integrante e il cui obiettivo principale non è la produzione del rifiuto. Intuitivo è che gli oggetti possono essere impiegati senza un trattamento differente dalla normale pratica industriale.
Nel nostro paese a legittimare la gestione dei rifiuti è il testo unico ambientale, che invita continuamente a disfarsi dei rifiuti. D’altro canto, l’atto di disfarsi deve essere considerato indipendentemente dal fatto che il rifiuto possa essere un oggetto di riutilizzo orientato attraverso un intervento manipolativo.
Il principale problema da gestire per il mondo è la produzione di rifiuti solidi urbani, una classe impegnata ed eterogenea che viene abbreviata nell’acronimo MSW, dall’inglese “Municipal Solid Waste” o, più semplicemente, con l’acronimo italiano RSU. I rifiuti urbani sono quelli che fanno attivamente parte della nostra vita, sono tutti i rifiuti domestici ma anche ingombranti che nascono in luoghi e locali adibiti ad un utilizzo civile.
La gestione in Italia
Grazie al decreto legislativo che ha modificato l’articolo 177 nel 2006, la gestione dei rifiuti in Italia si articola in quattro punti. Come primo punto la gestione e la bonifica dei siti inquinati, anche in attuazione delle direttive comunitarie, prevede che ci siano misure concrete per proteggere l’ambiente. A seguire è stato stabilito che la gestione dei rifiuti è un’attività principalmente di pubblico interesse. Come terzo punto, è previsto che i rifiuti siano conformi ai principi per cui si adottano direttive comunitarie capaci di disciplinare l’amministrazione di determinare categorie di rifiuti. Infine i rifiuti devono essere gestiti senza un pericolo per la propria salute. Ad occuparsi dell’esecuzione di tutti questi punti, sono realtà come quella di Nova Ecologia, impegnata nel trasporto di calcinacci a Roma. Contattare un team esperto che sappia come muoversi nel campo dei rifiuti, permette di maturare la propria coscienza di cittadini consapevoli.